Il 2020? È stato l’anno delle videochiamate

di Martina Cortese e Claudia Mustillo

A capodanno nel mondo sono state effettuate circa 1,4 milioni di chiamate vocali e/o video su WhatsApp. Il 50% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E nasce la “Tombola a distanza”

 

“Videochiami! Videochiamala!” esclamavano Valeria Marini e Claudio Amendola in un vecchio spot della Tre mandato in onda nel 2005 per sottolineare simpaticamente ed ironicamente (nel breve filmato, della durata di 42 secondi, una parte l’aveva anche Vittorio Cecchi Gori) le proprietà tecnologiche di un nuovo modello di telefono portatile.  Un dispositivo, oggetto della promozione commerciale che, per ironia della sorte, permetteva tra le altre cose di non pagare le tasse legate all’uso di questo servizio fino al 2020. Una pubblicità tutto sommato attuale, nonostante siano passati quindici anni.

E’ innegabile che il 2020 sia stato l’anno dei video: videochiamate, videoconferenze, eventi in streaming, didattica a distanza e, per concludere l’anno in compagnia, persino la vecchia tombola rivisitata in chiave post post-moderna. Già nei primi mesi del 2020 era stato registrato un incremento del numero di utenti online in Italia: essi raggiungevano quasi i 50 milioni, mentre le persone attive sui canali social toccavano i circa 35 milioni, stando a quanto certificato dal Report Digital 2020. I dati più recenti mostrano un ulteriore aumento, posto che negli ultimi dodici mesi si sono aggiunti 450 milioni di utenti globali sui social media e che questi ultimi occupano un terzo del tempo trascorso online, per una media di circa 2 ore e mezza al giorno. Si stima che sia di 10 miliardi di ore al giorno il tempo trascorso ad utilizzare i social media. Il modello della platform society si è manifestata in tutte le sue declinazioni, specie negli ultimi mesi, a seguito dell’emergenza pandemica, permettendo così la costruzione di una nuova quotidianità e di una nuova socialità, sempre più cross-mediale. Ci stiamo abituando a vivere contemporaneamente e contestualmente una convivialità fisica e reale condita dal dolce brusio della televisione e perché no, da quello di una videochiamata o di un evento in streaming. Sono molte le occasioni che ci hanno condotto per mano verso l’iper-connessione e la cross-medialità. Quanti compleanni sono stati festeggiati in videochiamata o su houseparty, quante le riunioni organizzate su Zoom, così come quante le lezioni di pilates o di yoga sono state fatte sulle piattaforme nei periodi di lockdown totale o parziale. Il 2020 è stato un anno emblematico dell’intreccio sviluppatosi tra reale e virtuale, all’insegna del consolidamento della dipendenza dai device per mantenere contatti con la realtà, sia pur “a distanza”.

In questo senso la tombolata di Capodanno organizzata dal programma televisivo “Propaganda Live”, così come quelle improvvisate il giorno di Natale o di Santo Stefano all’interno delle mura domestiche scintillanti di alberelli illuminati, di presepi e di carta regali color oro, ci ha traghettato verso il nuovo anno con un mix di offline e online, di “onlife” per dirla con Floridi: tv in sottofondo, cartella virtuale in mano, epilogo della cena in famiglia, e qualche videochiamata con parenti o amici purtroppo assenti fisicamente. Del resto, la tombola si prestava bene ad assolvere alla funzione di raccordo tra la tradizione che si rinnova, sia pure in modalità differenti, e la voglia di rendere i limiti dell’azione di contrasto alla diffusione del Covid più accettabili. Persino Whatsapp con un App creata appositamente ha voluto dare a questo grande classico delle festività la possibilità di non indietreggiare nelle retrovie delle abitudini familiari. Niente cartelle di plastica, ma spazi digitali o tutt’al più fogli a quadretti su cui annotare i numeri che algoritmi e voci a distanza chiamavano e scandivano per intrattenere famiglie costrette alla lontananza. Qualcuno ossessionato dagli acronimi ha dato un nome a questa operazione: Tad, ovvero Tombola a distanza. Come la Dad, ovvero la didattica a distanza. Il rito che si trasforma e riforma. L’arte di arrangiarsi e la voglia di non perdersi d’animo. Una grande metafora dei nostri tempi, tutto sommato. E meglio se il 90 non è uscito, perché a Napoli e dintorni quel numero vuol dire paura, uno stato d’animo da esorcizzare. Non è un caso, del resto, che a Montelanico, in provincia di Roma, abbiano organizzato il 27 dicembre scorso proprio una Tad con la doppia finalità di raccogliere fondi da destinare in beneficienza alla parrocchia e di divertire e divertirsi. Cartelle acquistabili al prezzo simbolico di un euro e via tutti insieme appassionatamente sulla pagina Facebook, dove scrivendo nello spazio dei commenti prima il numero della cartella e poi quello dell’ambo, del terno, della quaterna e della cinquina ci si è potuti aggiudicare gustosi prodotti alimentari e soprattutto si è avuto modo di aiutare i più bisognosi.

Videochiamate e -è proprio il caso di dirlo- videotombolate.