Il discorso della von der Leyen tra ruoli, significati e significanti

di Federica Gargano

L’incidente diplomatico che ha coinvolto il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la Presidente della Commissione europea, Usula von der Leyen continua ad avere grande risonanza, suscitando a distanza di settimane ancora indignazione.  Dietro questo spiacevole episodio, molti hanno colto la presenza di diverse chiavi di lettura, compresa la possibilità di un “meta-messaggio” inviato dal Presidente turco all’Europa e alla stessa Von der Leyen. Una questione diplomatica, dunque, che sul momento è stata gestita in modo accorto e prudente dalla Presidente della Commissione, la quale non si è esposta durante tale circostanza per non aggravare ulteriormente la situazione.

Il 26 aprile in occasione della sessione plenaria del Parlamento europeo sulle conclusioni della riunione del Consiglio europeo del 25-26 marzo 2021 e sui risultati della riunione tra l’UE e la Turchia, la von der Leyen ha pronunciato un discorso molto significativo. Giacca rosa ed espressione ferma, determinata e risoluta, in Parlamento la Presidente ha assunto un atteggiamento che si presta ad un’interpretazione denotativa e connotativa. La scelta, non casuale, di indossare un giacca rosa si è tramutata in un piccolo espediente della comunicazione analogica, che rende possibile la fruizione del significato di un messaggio ancora prima di proferire parola. Se il colore rosa, convenzionalmente associato al genere femminile, rimanda all’immagine della donna, la decisione di indossare questa giacca piuttosto che un’altra per un look decisamente istituzionale non è stata casuale. Piuttosto ha assunto le sembianze di un elemento simbolo che ha fatto sa cornice e da spinta all’uso dei significanti verbali.

Ursula Von der Leyen ha cominciato il suo discorso pronunciando frasi breve e concise: ‹‹Sono la prima donna Presidente della Commissione Europea(…) Sono il Presidente della Commissione Europea››, con questa presentazione, persino superflua a fini identificativi ma fondamentale per il perseguimento dell’obiettivo della diffusione di un messaggio non retorico, la Presidente ha ristabilito l’ordine dei ruoli e ha sollecitato la tensione verbale proprio sulle parole ‘‘donna’’ e ‘‘presidente.’’ Grazie a questa accentuazione semantica, il messaggio è apparso ancora più chiaro: in Europa una donna può essere presidente e deve essere trattata come tale.

Nella seconda parte del discorso, Ursula Von der Leyen, ha evidenziato la sua condizione di donna privilegiata che si trova nella posizione di poter far notare comportamenti discriminatori nei suoi riguardi e che, sempre in qualità di donna, può richiamare all’empatia le altre donne, invitandole a comprendere il suo stato d’animo per quanto accaduto in Turchia.

Successivamente, si è concentrata sulle emozioni, assolutamente personali, che ha provato: ‹‹Mi sono sentita ferita e mi sono sentita sola come donna e come cittadino europeo››. Spiegando come quanto accaduto non possa essere ridotto ad una questione legata a questioni protocollari, ha evidenziato che ciò che si è verificato si interfaccia inevitabilmente con ciò che siamo e sui valori di cui l’Unione Europea si fa portavoce: l’uguaglianza e la non discriminazione. Quindi ha manifestato i comportamenti che ci rendono europei perché portatori di determinati valori democratici. Valori posti in contrapposizione ad altri atteggiamenti, fortemente discriminatori, che l’UE ripudia apertamente.

La Presidente von der Leyen ha concluso il suo discorso con l’esortazione a rendere la Convenzione di Istanbul una priorità nell’agenda politica europea, affinché sempre più Stati si dimostrino coinvolti nel perseguimento dell’uguaglianza di genere e nella criminalizzazione di tutte quelle condotte lesive dei diritti umani, riconoscendole propriamente come crimini. Ancora una volta, una scelta non casuale, considerando la decisione del Presidente turco di abbandonare la Convenzione, nonostante la firma di questo documento sia avvenuto proprio in Turchia, ad Istanbul, nel 2011. La von der Leyen ha terminato il suo discorso con le parole ‹‹long live Europe›› quasi ad enfatizzare il fatto che i valori e principi democratici ed etici, caratterizzanti l’Europa, non tramontano mai.