La trasformazione digitale che cambierà l’Italia produttiva

di Roberto Zarriello

 

L’ancora di salvezza per molte aziende è rappresentata dalla trasformazione digitale che ha subito una forte accelerazione proprio a causa dei cambiamenti causati dalla diffusione del virus Sars-Cov-2, anche se non tutti hanno saputo adeguarsi ai tempi. Lo stato di emergenza, infatti, ha accresciuto il divario tecnologico tra le aziende. Quelle non in grado di reinventarsi sono andate incontro ad inevitabili fallimenti e chiusure.

Ma quale sarà lo scenario che dobbiamo attenderci per il mondo produttivo nei prossimi mesi? Una risposta alla nostra domanda arriva dal rapporto Technology Vision 2021 realizzato da Accenture che parla di un anno di grandi sfide: un numero crescente di aziende è diventato consapevole che ogni business è ormai un business tecnologico. Le aziende che saranno protagoniste del “nuovo corso” del dopo pandemia hanno dato priorità all’innovazione tecnologica e stanno imparando a padroneggiare il cambiamento posizionandosi come leader del futuro. Le aziende hanno anche appreso, spiegano ad Accenture, che i leader non aspettano la “nuova normalità” ma la creano generando un significativo impatto sul mondo. Il successo finanziario costituirà infatti solo un aspetto della leadership. È un’occasione unica per ricostruire un mondo migliore rispetto a quello pre-pandemia, sottolineano ancora ad Accenture. E ciò significa ampliare la definizione di valore, includendovi anche il benessere delle persone, l’impatto sull’ambiente, una maggiore inclusività e altro ancora. Vediamo ora quali sono i trend tecnologici emergenti.

Dal rapporto Technology Vision 2021 si evince come i cambiamenti in atto e l’afflusso di nuove tecnologie abbiano aperto una nuova era per le aziende, in cui l’architettura IT è più importante che mai e la competizione fra settori è una battaglia fra stack tecnologici. Le imprese hanno a disposizione più scelte tecnologiche: applicazioni multi-cloud, nuovi dispositivi all’avanguardia, modelli evoluti di AI, fino alla progettazione dell’hardware.

I leader iniziano a connettere reti massive di intelligent twins, collegando molti “gemelli” fra loro per creare modelli “viventi” di intere fabbriche, cicli di vita di prodotti, supply chain, porti e città, dando vita così a un mondo speculare. Le aziende che cominciano da subito a costruire intelligent twins dei propri asset e a mettere insieme i loro primi ambienti speculari, conferma il Rapporto, saranno quelle che spingeranno i settori di mercato e il mondo intero verso un futuro più agile e intelligente.

Altro scenario interessante riguarda il cambiamento in atto verso una democratizzazione della tecnologia che consenta alle persone di ottimizzare il lavoro o indirizzare in autonomia le proprie necessità. In questo modo i dipendenti potranno diventare parte integrante della propria trasformazione digitale. Ma non pensiamo allo smart working come alla soluzione definitiva di tutti i mali. Le persone dovranno tornare a muoversi, anche se potranno contare sempre di più sull’ausilio della tecnologia che ridurrà gli spostamenti inutili e lo spreco di tempo. La modalità di lavoro sarà più “complessa”: non solo smart working, dunque, ma anche altro. Le persone avranno la possibilità e la libertà di lavorare senza soluzione di continuità da qualsiasi luogo: casa, ufficio, aeroporto, uffici di terze parti e altro.

Sulla trasformazione digitale punta anche il Governo. A marzo si è svolta l’audizione parlamentare del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao, nell’ambito dell’esame della Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il Ministro ha elencato i punti principali che guideranno la strategia di transizione digitale: ammodernamento delle infrastrutture su tutto il territorio nazionale, sfruttamento del cloud computing, utilizzo dei dati della pubblica amministrazione, avanzamento della cybersicurezza e infine una maggiore centralità delle persone e delle loro competenze.

Durante il suo intervento il Ministro Colao ha anche illustrato alcune delle misure contenute nel Pnrr. Le proposte presentate si articolano nei seguenti grandi blocchi:

  • Investimenti per la banda ultra larga;
  • Piano per la digitalizzazione della PA;
  • Interoperabilità dei dati e digitalizzazione delle applicazioni per i cittadini;
  • Rafforzamento del sistema di cybersecurity;
  • Cittadinanza digitale;
  • Misure contenute nel Pnrr

Il Ministro, assieme al Dipartimento per la trasformazione digitale, avrà un ruolo di coordinamento con le altre amministrazioni, vista la loro trasversalità. Ma quale sarà a strategia che il Comitato interministeriale per la transizione digitale seguirà nel proprio lavoro? In primis si punterà sul digitale come garanzia di opportunità, inclusione e coesione territoriale. “La dimensione digitale – ha detto Colao – riesce a colmare distanze prima impensabili, a connettere idee, persone, imprese e mercati abbattendo barriere e dando opportunità a tutti. È nostro dovere accogliere la sfida digitale per non lasciare indietro nessuno”. Il secondo luogo, il digitale verrà inteso come nuovo modo di lavorare, di fare impresa ed essere cittadino. La digitalizzazione deve essere vista come condizione abilitante di un nuovo diritto di cittadinanza, nella PA come nelle scuole, nella giustizia, come nella sanità, nella capacità competitiva come nella sicurezza. Infine, la transizione digitale dovrà essere concepita come una strategia industriale, geostrategica competitiva, in un’ottica europea e atlantica.