Le amministrative dei partiti più piccoli

di Giulia Pantaleo

A Milano

Il valdostano Alessandro Pascale, 35 anni, insegnante liceale, sarà il candidato sindaco di Milano del Partito Comunista alle elezioni amministrative di ottobre 2021. A dare la notizia è stato proprio il partito di Marco Rizzo a febbraio scorso con un comunicato sulla pagina Facebook: “Le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari si aggravano sempre di più. Tanto più grande è la ‘grancassa’ mediatica a favore di questo esecutivo, tanto più grandi sono i pericoli per il popolo e le classi lavoratrici. Dal canto nostro, noi comunisti non facciamo promesse che non possiamo mantenere. Ci battiamo per costruire un mondo nuovo dove non ci sia più lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo (e sulla donna); dove non prevalga la logica del profitto ma quella del benessere umano, della prosperità e di un riequilibrio nell’utilizzo delle risorse ambientali. È con questo spirito che ci presenteremo alle prossime elezioni del Comune di Milano, presentando come candidato sindaco il 35enne Alessandro Pascale, insegnante liceale e ricercatore impegnato da anni nella lotta contro il revisionismo storico borghese che associa in maniera illegittima comunismo e nazismo”. Il 27 febbraio 2021 Pascale, assieme a Marco Rizzo e ad altri esponenti del partito, è intervenuto alla manifestazione contro il governo Draghi tenutasi in Piazza della Scala a Milano. Alessandro Pascale è stato coordinatore dei Giovani Comunisti della Valle d’Aosta, l’organo giovanile di Rifondazione Comunista, partito per il quale il valdostano ha militato fino al 2018.

In vista delle prossime elezioni comunali, a Milano è sceso in campo anche Giorgio Goggi. Socialista “da sempre”, iscritto al Psi dai primi anni ’70 e rimasto fedele ai valori di questa area anche dopo lo scioglimento del partito nel 1994, Goggi è architetto e professore di Urbanistica al Politecnico. È stato assessore alla Mobilità nelle due giunte guidate da Gabriele Albertini, l’ex sindaco che ha annunciato di non volersi ricandidare per il centrodestra. Goggi correrà per i “Socialisti di Milano” che riuniscono, sotto il simbolo del garofano rosso, il Psi di Maraio e Nencini, le associazioni e i circoli socialisti cittadini.

Il 23 giugno 2021 il Partito Liberale Italiano di Stefano de Luca ha annunciato in conferenza stampa il proprio sostegno all’architetto Goggi con la lista “Milano Liberale”. Una volta si sarebbe parlato di fronte “lib-lab’’, liberale e laburista: queste le parole dei liberali milanesi.

«Abbiamo un sistema politico – ha sottolineato Giorgio Goggi – che impedisce a molte persone di avere un’offerta politica adeguata ai propri bisogni e alle proprie necessità. Le famiglie meno fortunate sono spesso dimenticate, così come Milano è troppo cara per molti milanesi. Ecco perché occorre un nuovo patto sociale, un patto come quello che ha fatto di Milano la locomotiva del Paese e non quello delle ultime amministrazioni che ha trasformato la città in classista, rendendola divisa tra differenze e disuguaglianze».

Beppe Sala, a marzo 2021, ha aderito al manifesto dei Verdi Europei, sposando dunque la causa dell’ambientalismo non ideologizzato, dopo circa un anno di “lotta” con il partito italiano dei Verdi e la successiva pace. I Verdi italiani (il cui nome in realtà è Europa Verde) lo sosterranno di nuovo alle elezioni comunali con una propria lista, scontando però la momentanea ricollocazione di un loro “pezzo forte” a Milano, il consigliere comunale uscente Enrico Fedrighini, proprio nella lista civica del sindaco.

La comunicazione di Liberali, Socialisti e Comunisti poggia su un brand (il nome del candidato) che non ha la stessa forza mediatica dei propri competitors. Per tale ragione, sul piano della comunicazione digitale, i partiti a sostegno di Goggi e Pascale non riescono ancora a competere con quelli a sostegno di Beppe Sala e neppure con i nomi degli ex pentastellati Gianluigi Paragone e Simone Sollazzo, da pochi giorni scesi nell’agone, alla guida entrambi di liste civiche. Le testate giornalistiche più autorevoli al momento non hanno dedicato alcuno spazio alle scelte politiche dei

sopracitati piccoli partiti. Tutto ciò che riusciamo a scrutare è frutto di un lavoro di ricerca operato per lo più su quotidiani locali.

I Verdi, invece, beneficiano mediaticamente dell’endorsement di Sala e godono del vento a favore che tira in Europa. Il disgelo tra Sala e i Verdi era, del resto, da tempo noto: l’avvio del dialogo era stato annunciato il 21 dicembre 2020, dopo mesi difficili e dure accuse, con un primo incontro tra i vertici milanesi dei Verdi e il sindaco uscente. Lo stesso Sala in un’intervista a Repubblica nel marzo 2021 si definì «appassionato ecologista», rivendicando di aver «creato e gestito in prima persona l’assessorato alla Transizione Ecologica».

I grandi quotidiani dedicarono ampio spazio alla scelta di Sala in quel periodo e i Verdi tornarono alla ribalta.

 

A Roma

Il Partito Repubblicano Italiano alle elezioni amministrative di Roma sarà presente all’interno della lista per Calenda Sindaco. Dopo la direzione dell’Unione romana, il Segretario nazionale del PRI, Corrado de Rinaldis Saponaro, ha contattato i primi candidati repubblicani e spiegato la filosofia della partecipazione del PRI alla tornata elettorale capitolina: “Presenteremo una squadra di persone con capacità, passione, competenze, esperienza, ma soprattutto perbene. I candidati repubblicani sono persone specchiate e immacolate che possono a pieno titolo farsi parte attiva del cambiamento”. Non correrà dunque col proprio simbolo il PRI a Roma. Per questo motivo il mancato richiamo dell’edera dovrà tentare comunicativamente di esser colmato da una campagna elettorale che al momento appare intenta ad associare al nome di Calenda quello di membri appartenenti ai c.d. partiti tradizionali. Non va trascurato che negli ultimo giorni i media hanno spesso accennato ad un Partito Repubblicano per le politiche del 2023. Si tratta però di una idea la cui paternità è da attribuirsi a Silvio Berlusconi: di cenni al “vecchio” PRI ad oggi neppure l’ombra.

A Roma Andrea Bernaudo scenderà in campo per la carica di sindaco con Liberisti Italiani, un movimento politico formalmente costituito il 15 febbraio 2020, nato dalle battaglie di SOS partita IVA e da un progetto condiviso con altre componenti dell’area liberale, liberista e libertaria presenti in Italia, in larga parte appoggiato da fuori usciti dal Partito Liberale Italiano. Bernaudo è stato prima vicino ai Radicali, poi è passato nel gruppo di Forza Italia. È stato consigliere regionale del Lazio, eletto con la Lista Polverini nel 2010 ed è rimasto in carica fino al 25 febbraio 2013. Dichiara Bernaudo: “Quando scade il contratto di servizio con Atac, questa azienda va chiusa e vanno fatte le gare, stessa cosa per Ama e le altre municipalizzate gestite dalla politica. Il sindaco deve decidere, controllare e indirizzare, dopodiché sul tram ci deve stare qualcuno che risponda ad un privato, l’efficienza dei servizi può essere generata infatti soltanto dalla concorrenza e dal mercato”. Il giornalista di Mediaset Nicola Porro ha pubblicamente annunciato di sostenere la candidatura di Bernaudo.

Bernaudo è stato il primo a presentare la sua candidatura a sindaco ed anche il primo a informare i romani, sulle strade, della sua corsa per il Campidoglio. Le tante affissioni per Roma lasciano trapelare l’idea di voler puntare su una comunicazione a colpi di manifesti elettorali di grandi dimensioni. Sulle grafiche Bernaudo appare davanti allo slogan ‘Riprendiamoci il diritto di sognare’, alle sue spalle la statua equestre di Marco Aurelio.

In campo per le amministrative capitoline anche la minisindaca del Municipio VII, l’ex grillina Monica Lozzi. La lista che la supporterà nella sua corsa in Campidoglio sarà “Revoluzione Civica”. Il nome nasce dal gioco tra i termini “evoluzione” e “rivoluzione”. L’hashtag della campagna elettorale, indicato nel manifesto che vede la figura della Lozzi posta in primo piano rispetto al Colosseo, è #seguilcolibrì. Lo stesso colibrì, animale simbolo di resistenza e collaborazione, viene raffigurato nel logo della lista in forma stilizzata. A riprova del precipuo obiettivo che la Lozzi si prefigge, teso a valorizzare le peculiarità dei singoli quartieri di Roma, claim della sua lista è “Revoluzione Civica. Una realtà che dà voce al territorio”. Il programma elettorale della Lozzi punta a rendere Roma più vivibile, più verde, più pulita e più sicura.

 

A Bologna

Potere al Popolo sarà in corsa per elezioni amministrative di Bologna con la sua portavoce Marta Collot. La giovane lista della sinistra ha quindi scelto di presentare la stessa candidata che alle elezioni regionali del 26 gennaio 2020 aveva raccolto lo 0.37%.

L’annuncio della candidatura di Collot, 27 anni, di origine trentina, è avvenuto il 23 giugno 2021 con una conferenza stampa convocata in piazza sotto le finestre della sede amministrativa del Comune. Oltre a Collot, nella lista di Potere al Popolo ci sarà anche lo scrittore Valerio Evangelisti. “Mettiamo al centro un’idea di Bologna come città pubblica, a gestione pubblica e per gli interessi pubblici, in antitesi al modello di città in mano ai privati, agli speculatori, alle grandi imprese. Vogliamo portare una voce dal popolo per il popolo. Una voce per fare di Bologna una città vivibile da prendere a modello, non il motore inquinante di un sistema sociale malato” afferma Collot.

Il Resto del Carlino ha dedicato ampio spazio alla Collot e ne ha pubblicato l’intervista. Se da un lato P.A.P. per eleggere i membri del coordinamento nazionale, i suoi portavoce e la commissione di garanzia utilizza la rete, ed in particolare la piattaforma poterealpopolo.net, dall’altro sceglie la piazza (non virtuale) per quelle prime mosse politiche volte a testare il consenso degli elettori. Forse non si tratta di una scelta atta a smentire la volontà di investire sulla comunicazione di tipo digitale, ma solo della prova di un semplice paradigma “piccolo partito, piccole risorse”.

Al fianco di Lepore alle amministrative della “Dotta” ci sono anche i Verdi, Più Europa e Volt. Marcello Saltarelli, portavoce di Volt Bologna, dichiara: «Noi abbiamo una visione davvero progressista, ambientalista e europeista». Volt è un movimento pan-europeo che punta a rivoluzionare lo scenario politico continentale, potremmo dire un partito che punta ai grandi numeri, ma che paga lo scotto comunicativo di non avere ancora una identità mediaticamente definita. Mentre “Volt Italia” viene presentato come un “partito”, al contrario “Volt Europa” si definisce un “movimento”. In Italia Volt sembrava essere partito (si perdonerà il gioco di parole) sotto forma di think tank, ultimamente ha invece preso parte a molte delle competizioni elettorali tenutesi nel Belpaese (alle ultime regionali in Puglia, in accostamento ossimorico – anagraficamente e strutturalmente – al Partito Liberale Italiano, Volt ha sostenuto il renziano Scalfarotto nella lista “Futuro Verde”). Si tratta di una realtà giovane che però nel contesto delle campagne elettorali non è ancora riuscita ad emergere.