Mare e Politica

di Francesco Napolitano

L’aggettivo “borgesiano” indica una particolare concezione della vita identificata come racconto, come bugia, come opera falsificata e spacciata per veritiera, come fantasia o reinvenzione della realtà.

Se sotto la lente di Jorge Luis Borges la vita è fantasia, immaginazione, reinvenzione, in tempo di riaperture dei lidi non possiamo non intervenire nei dibattiti infervorati fra i bagnanti a braccia conserte o gesticolanti sul bagnasciuga, adeguandoci proprio alla maieutica dello scrittore argentino per narrare le possibili relazioni esistenti fra politica e mare, definito dallo stessoBorges come “antico idioma che non riesco a decifrare”.

Mare, luogo di riflessione e di ritrovo dei pensieri, luogo di innumerevoli possibilità narrative e metaforiche, oggetto di molteplici aforismi consegnatici in eredità da cantori e artisti, cheprobabilmente avrebbero potuto utilizzare i loro versi in modo non tanto dissimile per descrivere la politica che è invece luogo di turbamenti dell’anima e di speranze da alimentare.

Se il mare per Delacroix è una voce imperiosa e terribile che fa strane proposte, non potrebbe esserlo altrettanto la politica?

Se il mare a detta di Jung, contiene e suscita tutti i sogni dell’anima, ciò non potrebbe valere anche per la politica?

Per Hemingway il mare è dolce e meraviglioso, ma può essere anche crudele… sorridiamo perché ancora una volta ci viene in mente la politica.

In aggiunta a queste citazioni, una serie di termini, di uso ricorrente nel gergo politico come nel gergo marinaro, confermano che probabilmente il nostro tentativo di accostare il mare alla politica e viceversa, non sia poi così azzardato.

Accade con espressioni come “capitani coraggiosi”, il “navigare a vista”, il “governo balneare”, il “cavalcare l’onda”, le “scialuppe di salvataggio”, il “rimanere incagliati nelle secche”. Espressioni che sembrano rievocare contemporaneamente l’infinita distesa del“Blu” e quella immensa degli scranni parlamentari.

E’ un caso che all’interno di Palazzo Montecitorio, il corridoio particolarmente lussuoso antistante l’aula del Parlamento, porti il nome di Transatlantico?

E’ una coincidenza che nei comizi in piazza i partecipanti in visibilio fra le bandiere sventolanti vengano indicati come “marea umana”?

I nostri lettori nel tragitto pineta-mare, districandosi in questi rovidi paragoni e parallelismi, dovranno cercare di dare una risposta a questi interrogativi, non perdendo però troppo tempo in quanto una volta in spiaggia, i loro pensieri dovranno essere rivolti a fronteggiare eventuali “Balene Bianche” o Onorevoli “Squali”:ogni riferimento alla Democrazia Cristiana e a Vito Sbardella non è puramente casuale!.

Così avvertiti di questi pericoli, muovendosi guardinghi fra gli ombrelloni e fra qualche quotidiano mezzo sepolto dalla sabbia,può accadere che i nostri lettori scorgano far capolino dalle sdraio e dai lettini accanto proprio i politici più in auge nella contemporaneità o nel passato.

Dismessi gli abiti di ufficio, le cravatte, i tailleur ed i tacchi alti, si palesano immaginariamente davanti a noi, distribuendosi tra due categorie: quelli con la pancetta e quelli con la tartaruga.  

Così come è capitato nella Seconda Repubblica di assistere ad una disputa continua, non priva di colpi proibiti, alla ricerca del consenso fra Massimo d’Alema in barca a vela e Silvio Berlusconi in bandana stile Jack Sparrow. Disputa questa che ricalca il celebre “Master e Commander– Sfida ai confini del mare”capolavoro cinematografico di scontri navali, di inseguimentisenza fine, con continui capovolgimenti di fronte verso una vittoria che sembrava non arrivare mai.

Dinnanzi a noi possono palesarsi anche Beppe Grillo in mutatargata Movimento 5 Stelle e Gianfranco Fini anch’egli sub, notopure come “il Delfino di Almirante”. Entrambi fotografati mentre si immergevano verso l’ignoto degli abissi allo stesso modo in cui cercavano di penetrare gli anfratti più reconditi del corpo elettorale.

Ancora potrebbe accadere di imbattersi nel famoso yacht di renziani, il cui equipaggio era capitanato da Maria Elena Boschi e Gennaro Migliore.

Facendo un ulteriore salto nel passato potrebbe pure capitare di incontrare i politici della Prima Repubblica, dal portamento più discreto e sobrio, fra cui Aldo Moro in giacca e cravatta malgrado la calura agostana ed un incamiciato Enrico Berlinguer, che al posto di un thermos refrigerante portava con sé una valigia di classici sul marxismo da “consumare” voracemente sotto l’ombrellone.

Bersagli più o meno voluti dei paparazzi appostati all’erta nei luoghi di villeggiatura, talvolta i politici si fanno immortalare al mare di proposito per rispondere ad esigenze comunicative ben precise con l’intento di intercettare i desiderata degli elettori edassecondare lo spirito dell’epoca.

Sembrano aver colto tutto questo altri possibili vicini di ombrellone quali Umberto Bossi con la sua celebre canottiera, Giorgia Meloni col suo bikini tricolore, e Matteo Salvinimostratosi in versione deejay a Milano Marittima.

Malgrado i cellulari spenti o silenziati per evitare seccature, non è da escludere che una bottiglia trascinata dalle onde a riva sfiori i piedi dei politici costringendoli a confrontarsi con le richieste dei cittadini alle quali sono quotidianamente abituati. Per dirla con Joseph Conrad ad uscire dalla “Linea d’Ombra”.

Immaginiamo pure che la bottiglia arrivata dal mare contenga un messaggio proveniente da un vecchio pescatore di nome Santiago, autore di una missiva densa di aspettative ed ammonimenti.

Molteplici sono i suggerimenti: uno su tutti, l’invito a non perdere la bussola, a tenere la barra dritta, a non smarrire la rotta da seguire in direzione di un nostos omerico alle radici e ai valori della vera politica.

L’auspicio è che i politici nel loro operato quotidiano possano volare alto allo stesso modo in cui lo fa il gabbiano Jonathan Livingston, che si libra nel cielo più in alto dei suoi compagni e che non si accontenta di volare seguendo la massa nella sua ordinarietà.

La speranza è che abbiano il coraggio di abbandonare i porti sicuri, di mollare gli ormeggi e spiegare le vele, salpando alla scoperta del Mare Magnum della vera politica, quella politica nei cui fondali sarà possibile ritrovare le perle rare degli ideali e della passione.