Roma, una capitale che prova a diventare più “smart”
di Emanuela Castellucci
Puntare sulla tecnologia per semplificare la vita ai cittadini. Il tema è tornato d’attualità con l’esigenza di dare impulso alla ripresa per il tramite delle transizioni digitale ed ecologica. Una nuova filosofia che ha ricadute anche a livello territoriale.
In questo articolo parliamo di Roma che negli ultimi due anni ha scalato la classifica ICityRank passando dal quindicesimo posto del 2019 al quarto del 2020. Nei giorni scorsi la Sindaca Raggi ha presentato in Campidoglio – in diretta streaming – il Piano Roma Smart City, un documento programmatico che descrive 81 progetti già avviati e le linee guida per creare i presupposto di una città sempre più intelligente. Investimento iniziale: 200 milioni di euro.
Alla base delle innovazioni del Piano vi è l’elemento chiave delle smart city: la partecipazione. Il percorso di elaborazione, infatti, ha avuto inizio con la realizzazione di sei workshop tematici in cui i partecipanti hanno avuto la possibilità di elaborare idee e progetti su mobilità, energia e ambiente, cultura e turismo, sviluppo economico, educazione e scuole.
Il Piano parte dal documento per la città resiliente che Roma Capitale ha adottato per prima tra le città italiane. Un progetto continuamente implementabile con una governance strutturata in cui il lavoro dell’amministrazione si arricchisce di competenze provenienti dal Laboratorio Smart City di Roma Capitale, del quale il Presidente Leandro Aglieri sottolinea l’approccio “multidisciplinare”. Un approccio che consente di riunire in un unico luogo amministrazione e cittadini, associazioni, imprese, università, centri di ricerca.
I progetti si muovono su dieci asset strategici: Sicurezza, Sviluppo Economico, Partecipazione Culturale, Trasformazione Urbana, Turismo, Educazione e Scuole, Sociale, Energia, Ambiente e Mobilità, Trasversale.
Tra i progetti volti a creare osmosi tra cittadini e pubblica amministrazione ricordiamo:
- Roma Data Platform, una piattaforma in grado di raccogliere, analizzare ed esporre i dati interni ed esterni relativi a Roma Capitale. Si tratta di open data dalle molteplici finalità: promuovere il turismo e lo sviluppo economico, incrementare la sicurezza e introdurre servizi per la collettività.
- Progetto STAR, piattaforma per la Segnalazione e Tracciamento delle Anomalie sulle strade di Roma, realizzata con l’obiettivo di gestire in maniera più efficace e più efficiente i lavori di sorveglianza e pronto intervento sulle strade della Grande Viabilità (circa 800 km) del Comune di Roma.
- Progetto Life-Diademe che introduce un nuovo sistema di controllo dell’illuminazione stradale, mirato a ridurre il consumo energetico del 30% e, conseguentemente, l’inquinamento luminoso e atmosferico.
- QR Code: la segnaletica turistica interattiva verrà installata in 100 siti di maggiore interesse storico-artistico della città. Un servizio innovativo di orientamento e contenuti multimediali (che rimanda a un’apposita sezione sul portale ufficiale) accessibile dal proprio smartphone, tramite la scansione di un QR Code.
Il Piano è dinamico. Ogni progetto ha una serie di KPI che ne indicano la valenza per la città e che andranno rivisti con la cittadinanza nell’ottica dell’incremento del benessere del cittadino. “La smart city serve a migliorare la qualità della vita e soddisfare le esigenze di cittadini, imprese e istituzioni” ribadisce Aglieri che aggiunge: “se un progetto non fa questo è un progetto di tecnologia fine a se stessa, non è smart”. Sarà fondamentale sviluppare attenzione specifica alla privacy dei dati trattati.
Dall’analisi della letteratura scientifica emerge che la definizione che – a mio avviso – fotografa meglio la smart city è quella di Nam/Pardo (2011) secondo cui “tre sono le componenti concettuali chiave di questo modello: la tecnologia (infrastrutture hardware e software), le persone (creatività, diversità e istruzione), le istituzioni (governo e politica)”. Data la connessione tra i tre fattori, una città è intelligente quando gli investimenti nel capitale umano e sociale e le infrastrutture dell’information tecnology crescono in maniera sostenibile e migliorano la qualità della vita attraverso un governo partecipativo.
Roma Capitale si sta adoperando su tutti i fronti per realizzare la smart city investendo in risorse economiche ed umane per realizzare una nuova idea di città che ponga l’accento sul passaggio dalla smart city alla smart citizenship.
ll city user è al centro di questo processo che parte dal presupposto che “il fattore umano e quello tecnologico non possono e non devono essere separati” in quanto le persone rappresentano una “cittadinanza intelligente e proattiva” che si esplica anche grazie alle tecnologie digitali.
Anche grazie all’approvazione dell’Agenda Digitale 2017/21, che rappresenta “un modello di governance che mette al centro un cittadino sempre più attivo e consapevole dei propri diritti”, il percorso di digitalizzazione di Roma Capitale va verso la “human smart city”, ovvero una città smart che guarda al valore umano. A tal proposito si ricorda, oltre ai progetti del Piano appena approvato, quello del portale Casa Digitale del Cittadino, che vede il nuovo portale istituzionale – sempre più user friendly – come hub in grado di offrire strumenti facilmente utilizzabili per la fruizione di dati e servizi.
Tra le tante attività di innovazione ad alto tasso di smartness realizzate finora ricordiamo:
- Nuovo Portale Istituzionale “incentrato sui bisogni della cittadinanza e sul conseguente potenziamento dei servizi in ottica sempre più integrata e full digital.” Sono state implementate attività di miglioramento della user-experience per il cittadino, semplificato l’accesso e l’utilizzo dei servizi, la cui offerta è stata ulteriormente ampliata a seguito dell’emergenza sanitaria Covid-19.
- Sistema Unico di Segnalazione (SUS) “Si tratta di una piattaforma, all’interno dell’area riservata del portale istituzionale di Roma Capitale, attraverso la quale tutti i cittadini possono inviare suggerimenti, segnalazioni o reclami riguardo le attività degli uffici capitolini, allegando anche foto e documenti e a cui gli uffici preposti hanno l’obbligo di rispondere entro i termini stabili dalla legge.”
- PRoF – Punti Roma Facile: “In una città intelligente, gli smart city users devono essere in grado di utilizzare al meglio gli strumenti digitali”. Nell’ambito degli interventi d’azione previsti dalla Strategia Nazionale per le Competenze digitali, Roma Capitale ha istituito una rete di PRoF e la Scuola Diffusa per la Partecipazione e la Cittadinanza Digitale al fine di contrastare analfabetismo digitale e digital divide. Sono luoghi di facilitazione e alfabetizzazione digitale a supporto del cittadino, sono gratuiti ed aperti a tutti con l’intento di non escludere nessuno dall’utilizzo delle tecnologie ICT.
- Bilancio partecipativo: “Rafforzare l’appartenenza e il senso civico, mettendo a sistema la partecipazione attiva dei cittadini alle politiche pubbliche locali: è questo l’obiettivo del bilancio partecipativo, lo strumento che rende i cittadini co-protagonisti delle politiche pubbliche locali.
Il piano di azione intrapreso da Roma Capitale si ispira al paradigma “Smart Landscape” introdotto dal Piano Triennale AgID 2019-2021. Paradigma basato su un approccio olistico alle tre dimensioni (cittadino, impresa, P.A.) e supportato da una gestione dinamica delle relazioni tra le varie “entità” coinvolte.
La città è smart se la sua popolazione è resiliente, se è capace di adattarsi ai cambiamenti. Il concetto di smart city è relazionato sia all’efficienza urbana sia al benessere dei cittadini sotto l’ombrello comune dell’uso di tecnologie appropriate. La strategia europea 2020 focalizzata su una crescita sostenibile, inclusiva e intelligente considera le città come motori per lo sviluppo e le città intelligenti come un modello normativo per la città contemporanea.
Nei prossimi anni Roma è chiamata ad affrontare grandi sfide: 2022 Europei di Nuoto; 2023 Ryder Cup; 2025 Giubileo. Per prepararsi la Capitale prova a diventare sempre più smart. Punta alla digitalizzazione e all’accessibilità, due leve strategiche anche per la ripresa dalla crisi Covid. La pandemia, infatti, ha accelerato alcune trasformazioni che faticavano ad essere attivate, mettendo in atto una positiva spinta propulsiva alla digitalizzazione.
Le città sono ormai diventate il fulcro dell’evoluzione e, in quest’ottica, in vista dell’era post-Covid, i sindaci di Roma e Milano, co-presidenti di Urban 20, hanno chiesto al G20 una ripresa “verde, giusta e locale” che, declinata sulle città, significa:
- costruire città che integrino la natura e al contempo garantire che quegli spazi naturali siano accessibili a tutti;
- contribuire a riequilibrare le disuguaglianze economiche e a creare società e comunità più eque e inclusive;
- destinare almeno il 30% dei piani nazionali di ripresa ai progetti urbani. Le città sono i luoghi infatti dove vive la maggior parte delle persone nei nostri Paesi e i centri urbani sono stati duramente colpiti dal COVID-19. Le città sono anche centri di innovazione e hanno il compito di prendersi cura direttamente dei propri abitanti.
Alla luce di quanto illustrato, appare chiaro il valore strategico delle città e il ruolo prioritario dell’essere umano quale fulcro della smart city che, grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie, prova a migliorare il benessere di tutti coloro che la vivono – cittadini, imprese e istituzioni – in un contesto improntato alla resilienza ed alla sostenibilità.